Odissea

Tra la grotta di Scilla, e la corrente
Mi ritrovai della fatal vorago,
Che in quel punto inghiottia le salse spume
Io, slanciandomi in alto, a quel selvaggio
M’aggrappai fico eccelso, e mi v’attenni,
Qual vipistrello: ché né dove i piedi
Fermar, né come ascendere, io sapea,
Tanto eran lungi le radici, e tanto
Remoti dalla mano i lunghi, immensi
Rami, che d’ombra ricoprìan Cariddi.

Odissea, Libro XII